Sotto il testo, invece, metto delle immagini dall’AM JuJu (una collana di libricini giapponesi) dedicato sempre a Totoro, che con poco testo e molte immagini ripropone momenti salienti del medesimo film. Questo libretto in Italia può essere richiesto a fioridiciliegioadriana@gmail.com.
È un meccanismo classico delle fiabe quello che vuole che queste ultime siano collocate al di fuori dello spazio e del tempo. Il classico incipit "c'era una volta…" tende a spostare la collocazione temporale in un non-tempo passato e lontano, mentre le ambientazioni fantastiche utilizzano un non-luogo molto differente dalla realtà. Il tutto, però, per narrare qualcosa che ha molto a che fare con il reale: odi, amori, avventure, atti eroici. Decontestualizzando la storia, la fiaba vuole semplicemente renderla eterna, adatta a qualsiasi luogo e a qualsiasi tempo. È un po' quanto accade con “Il mio vicino Totoro”. Gli indizi per una sua precisa collocazione spazio-temporale sono sparsi lungo la tutta la vicenda: la campagna giapponese, gli anni Cinquanta (desumibili dai mezzi di trasporto e dalla malattia da cui è afflitta la madre delle giovani protagoniste) e altri dettagli, ci fornisco un quadro tutto sommato abbastanza chiaro di dove e quando si svolge la storia, tuttavia il modo in cui è narrata la rendono una fiaba moderna. Nonostante i deliziosi dettagli nipponici conferiscano una vena poetica, la vicenda avrebbe potuto essere ambientata anche tra i boschi di un Paese europeo, ottenendo il medesimo risultato. Hayao Miyazaki, come in molte altre sue opere, utilizza luoghi e situazioni familiari per raccontare temi senza tempo: il passaggio dalla città alla campagna, le gioie dell'infanzia, la magia della scoperta.
È tipico della fiaba anche il duplice modo di vedere il mondo, quello dei comuni mortali e quello degli "iniziati", individui, in questo caso i bambini, in grado di vedere una creatura fantastica come Totoro (ma è veramente fantastica?).
Prima di concludere, una piccola nota su questo romanzo. È stata Tsugiko Kubo ad accollarsi il difficile compito di trasformare le immagini in parole, con risultati davvero incoraggianti. Per chi temesse di trovarsi di fronte a un duplicato cartaceo del lungometraggio, anticipiamo subito che la scrittrice è stata sia in grado di rendere nuovamente vivi i personaggi e avvincenti le situazioni, ma anche abile – approfittando nel maggiore spazio a disposizione – di aggiungere nuovi dettagli a questa poetica vicenda. Il risultato finale è il libro che stringete tra le mani, ulteriormente impreziosito dalle immagini di Miyazaki, consigliato a grandi e piccini perché, come ogni fiaba, non ha limiti d'età.
Nessun commento:
Posta un commento