Nato a Tokyo il 28 agosto 1959 Haruhiko Mikimoto sarebbe dovuto diventare un ingegnere, almeno era questa la facoltà che scelse quando si iscrisse alla prestigiosa università di Keio. Attirato però dagli anime, i cartoni animati giapponesi, di cui era appassionato fin da giovane quando rimase folgorato prima da Yamato e poi da Gundam, decise ben presto di intraprendere una nuova strada. Entrato a far parte del piccolo studio Artland cominciò a dedicarsi a tempo pieno all’illustrazione e all’animazione, il tutto da autodidatta o con l’aiuto di alcuni amici, senza aver frequentato alcuna scuola o corso dedicato al disegno. Il colpo di fortuna, destinato a segnare la sua carriera professionale, arrivò nel 1982, quando la Artland fu contattata per partecipare a una nuova serie televisiva animata: si trattava di “Chojiku yosai Mackuroso” (La fortezza superspazio-temporale Macross), una serie TV che venne in seguito conosciuta in occidente (assemblata con altre serie) col titolo “Robotech”, o semplicemente come “Macross". Il ruolo di Mikimoto in questa serie fu importantissimo, ne era infatti il character designer, colui che si occupa di “costruire”, fisicamente e caratterialmente i personaggi, e uno dei motivi di successo di Macross furono propri i personaggi, e in particolare Lyn Minmay, la bella catanate cinese che nella serie ha un ruolo di primo piano. Da quel momento in poi la strada di Mikimoto fu una continua scalinata, gradino per gradino, sempre più in alto verso il successo. Gli venne affidato il character design del film “Macross, Ai Oboete Imasu Ka” (Ricordi l’amore?), e di un’altra serie fantascientifico robotica, “Chojiku seiki Ogasu” (Orguss, il secolo super spazio temporale). A ruota arrivarono “Toppu o nerae" (conosciuto anche come Gunbuster), “Megazone 23”, “Mobile Suit Gundam 0080”, “Macross II”, “Macross 7” e altri. Alcuni di questi anime risulteranno sconosciuti al pubblico italiano, ma si tratta di titoli popolarissimi in Giappone (molti anche negli Usa) che tra i loro punti di forza hanno anche i personaggi usciti dalla matita di Mikimoto, tra l’altro specializzato in cantanti, o idol come vengono indicate le giovani ragazze dedicatesi al mondo della musica pop, visto che queste sono il tema portante di tutta la saga di Macross e appaiono anche in Megazone 23. Ma Mikimoto non si occupa solo di animazione: “preferisco il lavoro di illustratore”, afferma tranquillo, spiegando che è quello dove si ha più libertà e si è meno pressati dai tempi di consegna, senza contare che lavorando a un anime si collabora sempre con un’equipe, e che quindi bisogna sempre scendere a dei compromessi. I suoi fan certo non si lamentano, le illustrazioni di Mikimoto sono infatti splendide e non compaiono solamente sulle videocassette, i CD musicali e i libri illustrati dedicati agli anime a cui ha lavorato, ma anche su moltissimi romanzi di genere fantastico per cui ha realizzato copertine e illustrazioni interne. Infine c’è il lavoro di mangaka, un lavoro superbo, ma realizzato con meno frequenza rispetto ai lavori nel mondo degli anime. Tra le sue serie più note vi sono “Marionette Generation”, serializzato sul mensile Newtype e ambientato nel Giappone attuale, “Macross 7 Trash”, che lo riporta a lavorare per la serie di fantascienza che lo ha reso famoso, “Gundam Ecole du Ciel” spin-off della celebre serie animazione Gundam. In tutti i manga Mikimoto mette a frutto le sue straordinarie capacità di “costruttore di personaggi” e il suo talento di illustratore, realizzando dei piccoli gioiellini.
Il libro “Mikimoto Haruhiko Character Works” è un “malloppone” di immagini (248 pagine), omaggio alla sua carriera di illustratore e character design più che fumettista. Dalle miriade di immagini contenutevi emerge bene la cura, e la disciplina, che l’artista mette nel costruire ogni personaggio. A volte tale meticolosità può far apparire leggermente freddo il risultato finale, ma la bellezza dei personaggi femminili, l’attenzione per il dettaglio, le atmosfere malinconiche confermano le qualità di un artista che dopo quasi 40 anni di lavoro ha ancora qualcosa da dire.
In Italia il volume può essere acquistato presso fioridiciliegioadriana@gmail.com
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