martedì 9 maggio 2017

I GATTI DI KUNIYOSHI


Kuniyoshi Utagawa (1797-1861), è stato uno straordinario artista giapponese di ukiyo-e. In Occidente è meno noto dei Hokusai, Hiroshige e Utamaro, ma in Giappone gode di grande popolarità, non solo per le sue opere, ma anche per lo straordinario affetto dimostrato nei confronti degli animali e dei gatti in particolare. Infatti, se gli occidentali ricordano principalmente le sue immagini di samurai e di ronin (i samurai senza padrone, tra cui i 47 ronin protagonisti di una celebre vendetta), i giapponesi sorridono ripensando alle sue splendide immagini di gatti, tutto sommato più divertenti, realistiche ed emozionanti che non quelle di guerrieri scomparsi da secoli. Non c’è da stupirsi, dopotutto Utagawa quei samurai non li ha mai visti, essendo vissuto nel diciannovesimo secolo, quando la casta dei guerrieri si è da tempo trasformata in casta di amministratori. I gatti, invece, Utagawa li vede e accarezza tutti i giorni. Pare, infatti, che nella sua casa ne circolino cinque o sei, addirittura dodici secondo alcune fonti, e che lui disegni con almeno un gatto in grembo o infilato nel kimono. Non stupisce, quindi, che questi amici a quattro zampe finiscano all’interno di moltissime sue opere, probabilmente centinaia. Praticamente ogni qualvolta realizza una stampa con una donna questa è accompagnata da un gatto. Le tipiche figure femminile dai volti allungati e bianchi (secondo gli standard di bellezza dell’epoca i volti sono truccati di bianco e i denti anneriti) indossano meravigliosi kimono colorati dalle elaboratissime decorazioni, ma tanta beltà deve competere con quella di un gatto che fa capolino in un angolo, oppure ruba apertamente la scena facendosi cullare tra le braccia della geisha o dormendole addosso mentre costei è rapita dalla lettura di un libro. Chi volesse godere di tali immagini può acquistare il libro "I gatti di Kuniyoshi" (in Italia richiedibile a fioridiciliegioadriana@gmail.com), che oltre a essere illustratissimo è bilingue (giapponese e inglese), divenendo così fruibile anche per il pubblico occidentale.





Nessun commento: