giovedì 7 ottobre 2021

ILLUSTRAZIONI DI ZASHIKIWARASHI - COLOR PALETTE

Non si sa molto del misterioso illustratore Zashikiwarashi, probabilmente un nome d’arte che deriva dallo zashiki-warashi, o zashiki-bokko, uno yōkai, uno spirito del folclore giapponese considerato uno spirito domestico e familiare. Tornando al nostro illustratore, sappiamo solo che è nato nel 1987 e che ama disegnare ragazze. In effetti il volume “Illustrazioni di Zashikiwarashi - Color Palette” contiene solo illustrazioni di fanciulle, 160 pagine ognuna delle quali dedicata a una differente ragazza. Con una preferenza per primi piani e mezzi busti, l’artista crea un campionario di volti in bilico tra adolescenza ed età adulta, una miriade di sguardi dai grandi occhi acquosi che fissano il lettore con tono leggermente ironico, come a suggerire che sanno qualcosa che noi non conosciamo. Il loro abbigliamento è moderno e talvolta stravagante, un cocktail di pop e cute, colorato e intrigante. A modesto parere di chi scrive, ognuno di qui volti sarebbe l’ideale quale immagine di copertina di una rivista, pronto ad ammiccare al lettore e suggerirgli “comprami, comprami…” In Italia il volume può essere acquistato presso fioridiciliegioadriana@gmail.com






DAITARN 3


Marte, in una colonia terrestre il professor Haran crea il cyborg Don Zauker. L'incredibile invenzione si ritorce però contro lo scienziato, Don Zauker si impossessa della base e trasforma tutti gli uomini in meganoidi, cyborg ai suoi ordini e decisi a conquistare anche la Terra. A contrastare la minaccia pensa però Banjo, figlio del professore, che fuggito sulla Terra a bordo del robot gigante Daitarn III è pronto a dare battaglia. “Mi chiamo Banjo, Haran Banjo”, si presenta subito l'eroe col suo fare da spaccone. Atletico, agile, intelligente Banjo è quasi imbattibile nel combattimento corpo a corpo e nell'uso di un gran numero di armi. Sia da solo sia a bordo del suo robot è un'avversario temibilissimo per i meganoidi. Il protagonista è inoltre aiutato da validissimi assistenti: il serio maggiordomo Garrison, abile con le armi da fuoco; le bellissime Reika e Beauty, incontrate a un concorso di bellezza e in rivalità per conquistare il cuore di Banjo; il piccolo Toppi, un ragazzino che non teme il pericolo. Questo team stranamente assortito è insomma pronto a sventare i loschi piani dei comandanti meganoidi, che sottoposti ai raggi di particolari macchine sono in grado di ingigantirsi e di trasformarsi in enormi robot da guerra. Gli umanoidi, pur essendo nemici potenti e crudeli, assumono talvolta atteggiamenti ironici, divenendo anche ridicoli e divertenti. I personaggi nascono all’interno della serie televisiva in animazione Daitarn 3, 40 episodi del 1978, che segna una svolta nel filone robotico iniettandovi una buona dose di autoironia, non solo grazie agli atteggiamenti dei meganoidi, ma anche a Daitarn che che talvolta assume pose ridicole, a Banjo che in alcuni casi imita James Bond, a Garrison che è la parodia del classico maggiordomo impeccabile. Come spesso accade, in contemporanea con la serie TV viene serializzato un manga. Sulla rivista Adventure King, della casa editrice Akita Shoten, da luglio 1978 ad aprile 1979 il mangaka Yu Okazaki è incaricato dell’impresa. Con solo 350 tavole circa a disposizione (poi raccolte in un volumone) non può imbastire trame complesse, ma il suo tratto semplice e divertente ben si presta a rappresentare il carattere avventuroso, ma a tratti ironico e ridicolo, di storie e personaggi. Questi ultimi talvolta buffi, talvolta un pizzico sensuali.





venerdì 23 aprile 2021

VEGANI A TOKYO

Per molti anni per vegetariani e vegani Tokyo è stato una sorta di incubo. Trovare cibi in linea con la propria filosofia era quasi impossibile. Ristoranti inesistenti e prodotti da supermercato dalle misteriose liste di ingredienti. Più di una volta mi sono ritrovato a pranzare con patatine fritte e ramane soda. Fortunatamente, negli ultimi anni la situazione è cambiata parecchio. Sono sorti molti locali dichiaratamente vegan (i miei preferiti sono quelli della catena T's Tam Tam). Questo libercolo in inglese, dall'impostazione semplicissima, presenta un elenco di tali locali suddivisi a seconda della zona cittadina (Ueno, Giza, ecc.). Privo di immagini, segnala il menù, l'indirizzo e come arrivarci, dando precise indicazioni stradali e punti di riferimento (chi frequenta Tokyo sa di cosa parlo, col solo indirizzo di solito è impossibile trovare un locale). Consigliato.

giovedì 8 aprile 2021

FAVOLE E LEGGENDE DEL GIAPPONE

ABEditore annuncia l'imminente pubblicazione di "Favole e leggende del Giappone" di Claudius Ferrand. Vista la cura, anche grafica, che questo editore mette nelle sue pubblicazioni, lo attendiamo con ansia.



sabato 2 gennaio 2021

IL GIAPPONE DI BLUM


Robert Frederick Blum (9 luglio 1857 - 8 giugno 1903) è stato un pittore americano nato a Cincinnati, Ohio. Nonostante abbia frequentato un paio di scuole d’arte, è stato principalmente un autodidatta. Amava viaggiare e immortalare su tela le città visitate. Dopo il 1880 si recò in Europa: Venezia, Toledo, Madrid, i Paesi Bassi. Ma ciò che ci interessa maggiormente in questa sede è il viaggio del 1890 in Giappone, dove rimase per tre anni. A quel tempo il Giappone era davvero un “oggetto” sconosciuto per gli occidentali. Si era aperto all’Occidente solo nel 1853. Furono pittori come Blum (e fotografi come Felice Beato) a portare al grande pubblico occidentale immagini della sua popolazione e della sua cultura. I suoi dipinti finirono su copertine e pagine interne di riviste americane come St. Nicholas Magazine, Century Magazine, Scribner’s Magazine. Le sue opere non si soffermavano su templi e monumenti, ma sulle persone comuni, sui gesti quotidiani, le case, le vie, la vita di ogni giorno. Come un fotografo armato di pennello invece che di macchina fotografica, immortalava una cultura affascinante e fino ad allora in buona parte sconosciuta. Nonostante il suo stile fosse realistico, nella scelta dei colori, nelle pennellate, riusciva, volontariamente o involontariamente, a creare delle atmosfere che hanno un pizzico di fiabesco, di fantastico, probabilmente incantato da quel mondo così lontano e particolare per un occidentale, riuscendo a illustrarne sia momenti intimi sia pubblici. Recentemente il Giappone gli ha reso omaggio con un volume intitolato “Japan”, nel quale vengono raccolti quei dipinti che hanno mantenuto intatto il loro fascino e che sono nuovamente avvolti in un alone di mistero, dato che mostrano un Giappone di oltre cento anni fa e quindi, in parte, ignoto agli stessi giapponesi odierni.In Italia il volume può essere acquistato presso fioridiciliegioadriana@gmail.com