venerdì 29 aprile 2016

BLOCCARE L'ATTIMO FUGGENTE


Ume-me è traducibile come “Accade oggi” e il libretto fotografico che ne porta il titolo contiene solo scatti rubati per strada (da Kayo Ume), magari con l’eccezione di qualche ragazzino che si atteggia in pose buffe poiché ha notato l’obiettivo. Momenti quotidiani di città giapponesi, a volte divertenti, a volte disgustosi, ma il più delle volte semplicemente normali. Persone sedute in metropolitana, bambini che mangiano patatine, gatti che scrutano sospettosi, studenti che si allenano a pallavolo, poliziotti che effettuano un arresto. Attimi di un mondo cittadino affollato e frenetico che tuttavia talvolta trova spazi di quiete e di solitudine, momenti di curiosità e stupore, comunque sempre entro i limiti della normalità. È il Giappone di ogni giorno, lontano da fasti e celebrazioni, da esagerazioni e stereotipi, talvolta anche noioso, ma finalmente a dimensione umana. Il Giappone visto da un giapponese attraverso l’occhio dell’obiettivo e con una propensione al dettaglio piuttosto che all’insieme, ma anche la più gigantesca delle immagini dopotutto è composta da immagini più piccole. Da segnalare, infine, che il libro ha vinto il premio 2007 Kimura Ihei, assegnato dalla Asahi Shimbun Company ai migliori volumi fotografici.
Acquistabile in Italia da fioridiciliegioadriana@gmail.com.



giovedì 28 aprile 2016

HAYAO MIYAZAKI & PIPPI CALZELUNGHE


All'inizio degli anni Settanta Hayao Miyazaki e Isaho Takahata progettarono un anime dedicato a Pippi Calzelunghe, personaggio letterario di Astrid Lindgre. L'autrice europea, però, dopo un incontro con il team di produzione dell’anime non concesse i diritti di Pippi (e le motivazioni non ci sono note). Le splendide immagini per il progetto sono state però raccolte (assieme a una lunga intervista) in un libro giapponese di 150 pagine dal titolo "Una visione di Pippi Calzelunghe". Acquistabile presso fioridiciliegioadriana@gmail.com.




MANGA IN EDICOLA


LA MEMORIA DI EMANON


I lettori di fantascienza hanno una mentalità più aperta rispetto alle persone comuni? O, addirittura, leggere fantascienza apre la mente di tali lettori rendendoli più propensi a esplorare ipotesi inconsuete? Non si sta parlando di fantascienza avventurosa, ma di letteratura speculativa, narrativa d’anticipazione. Storie nelle quali la “sospensione di incredulità” viene utilizzata per introdurre tematiche complesse su cui riflettere. Certamente la pensa così la protagonista di questo manga, Emanon (il contrario di “no name”), una diciassettenne misteriosa che, nel corso di un viaggio in nave, avvicina un coetaneo e poiché nota trattarsi di un vorace lettore di science fiction decide di raccontargli la propria storia. A suo dire, pur essendo nata nel 1950 (il manga è ambientato nel 1967), ha memoria di circa tre miliardi di anni, in pratica ricorda tutto ciò che è successo sulla Terra da quando è iniziata la vita. Emanon non conosce il motivo di questa sua peculiarità, non ne comprende neanche lo scopo, così come non sa se qualcun altro al mondo può vantare tale caratteristica. Col suo interlocutore occasionale imbastisce un dialogo per cercare di sollevare il velo su tale enigma, dando vita a interessanti ipotesi ma a nessuna certezza, a tal punto che alla fine della discussione non si sa neanche se Emanon abbia detto la verità o inventato una originale, quanto colossale, frottola. È questo il cuore pulsante della storia, ma attorno le ruotano eventi appena sussurrati, decisamente più realistici ma non meno interessanti. Innanzitutto una pletora di dettagli sul periodo, pennellate di parole che dipingono particolari all’interno del quadro complessivo. Poi il raffronto tra una vita decisamente fuori dall’ordinario (quella di Emanon) e una che si svilupperà in modo assolutamente ordinario (quella del ragazzo) entro i rigidi schemi della società nipponica. Si solleva così una domanda mai realmente pronunciata: meglio un’esistenza (finta o vera che sia) straordinaria anche se sconcertante e a tratti spaventosa, o una tanto tranquilla da risultare banale, monotona, persino noiosa? Perché questa è anche la storia di un amore mancato, di una opportunità perduta, di un fuggevole incontro che non trova uno sviluppo e si tramuta quindi in rimpianto, in dubbio, in malinconico ricordo, persino in dolorosa memoria. E se un solo ricordo può fare male come può essere difficile, drammatica l’esistenza di chi si fa carico della memoria un intero pianeta. Domande senza risposte, o a cui può provare a rispondere ognuno di noi.
Un’altra domanda, fuori dal testo, invece ci spinge a chiederci perché raccontare tramite immagini una storia (che già aveva visto la luce sotto forma di racconto) che è fatta prevalentemente di dialoghi. La risposta, in questo caso, arriva dalle immagini di Keniji Tsuruta, straordinario mangaka purtroppo poco noto nel nostro Paese. Il suo disegno dettagliato e ricco di tratteggio (stile non così comune in ambito nipponico) fornisce un importante valore aggiunto alla narrazione, che diviene anche fortemente visiva. Le espressioni dei due personaggi, pressoché uniche presenze in tutto il volume, potenziano i dialoghi, ne sottolineano i passaggi, esprimono e catalizzano pensieri ed emozioni. Per non parlare delle due appendici, due lunghe sequenze mute (una delle quali a colori), dedicate alla sola Emanon, di cui Tsuruta riesce sapientemente a rendere la doppia essenza di adolescente nel corpo e matusalemme nella memoria. 
Due parole anche per l’autore dei testi, sfortunatamente ancora meno noto di Tsuruta in Italia, dato che nessun suo libro è stato tradotto nel nostro idioma. Shinji Kajio è uno scrittore di fantascienza di vecchia data, con oltre quarant’anni di scritti sulle spalle e nel word processor, tra saggi, racconti e romanzi, alcuni dei quali trasformati in film. Una importante isola di quell’arcipelago fantascientifico giapponese praticamente ignoto in Occidente. La speranza è che questo adattamento di una sua opera possa fare da apripista ad altri volumi. Per ora, godiamoci Emanon.



Shinji Kjio (testi) e Kenji Tsuruta (disegni)
Le memorie di EmanonPanini Comics (linea Planet Manga)
pp. 182
euro 12,90

martedì 26 aprile 2016

LEIJI MATSUMOTO SUPERSTAR


È un buon periodo per i volumi illustrati dedicati a Leiji Matsumoto, celebre mangana ideatore di indimenticabili saghe spaziali quali Capitan Harlock, Yamato, Galaxy Express 999, ecc. In Giappone, infatti, tali pubblicazioni si susseguono a distanza di pochi mesi una dall'altra, a ulteriore riprova di quanto l'autore e le sue opere siano amate dal pubblico. Il volume di questo post, intitolato proprio "Leiji Matsumoto", è uno spillato di 126 pagine che si segnala anche per il suo basso costo. All'interno, splendide immagini a colori a tutta pagina, ma anche riproduzioni di tavole (spesso riprese dagli originali, consentendo di vedere ritocchi e correzioni), foto di gadget, testi su serie e personaggi. Sono i titoli spaziali a farla da padrone, restituendo intatto il fascino epico della fantascienza made in Matsumoto, talvolta un po' ripetitiva e autoreferenziale, ma sempre epica e malinconica. Se apprezzate il sensei, amerete anche questo volume. Acquistabile in Italia presso fioridiciliegioadriana@gmail.com. 





giovedì 21 aprile 2016

UN ILLUSTRATION BOOK PER TANIGUCHI


Il primo illustration book dedicato a Jiro Taniguchi, straordinario mangaka apprezzato tanto in Giappone quanto in Europa. Nelle sue 250 pagine a colori, splendide immagini coprono il periodo che va dall'inizio della sua carriera fino ai nostri giorni. Le illustrazioni dimostrano come Taniguchi oltre a essere un ottimo narratore sia anche un abilissimo disegnatore, profondamente attento ai dettagli del quotidiano ma capace anche di confrontarsi con i luoghi tipici dell'avventura come il Far West. Il libro è trilingue (giapponese, inglese, francese) e in Italia può essere acquistato presso fioridiciliegioadriana@gmail.com.






SI PARLA DI JIRO TANIGUCHI

La rivista "Japanese Book News", diretta solo agli addetti ai lavori, dedica un articolo a Jiro Taniguchi, annunciando anche il recente illustration book dedicatogli.


mercoledì 20 aprile 2016

GATTI GIAPPONESI

I gatti giapponesi si guadagnano il meritato spazio nelle librerie italiane grazie a questi due volumi di recentissima pubblicazione.


martedì 19 aprile 2016

NEL GIAPPONE DEGLI ANNI VENTI


Libro tanto curioso nei presupposti quanto gradevole nel risultato, “Waltz of Department Store” di Hiromi Matsuo è una via di mezzo tra un fumetto e un illustration book. L’autrice si immagina un grande magazzino giapponese degli anni Venti, il Mitsubeni Department Store”, e vi ambienta alcuni brevi storie di fanciulle recatesi in quel luogo per fare shopping. Buona parte delle pagine, però, è dedicata a sofisticate illustrazioni di grande eleganza, che si concentrano su ragazze in kimono piuttosto che oggetti in vendita nel magazzino, il cui motto è “modern and romantic”. Non mancano abiti in stile occidentale (che negli anni Venti dovevano essere un misto di esotismo e lusso) e accessori originali, che assieme a un magistrale uso dei colori, contribuiscono al fascino di questo volume che incanterà soprattutto il pubblico femminile, ma non lascerà indifferente neanche quello maschile. 116 pagine a colori, in formato A5, per un libro sovracopertinato uscito in Giappone nel febbraio 2016 e acquistabile in Italia presso fioridiciliegioadriana@gmail.com.







MERAVIGLIOSA "MOE"


La rivista mensile giapponese "MOE" è interamente dedicata all'illustrazione, con qualche sconfinamento in mondi attigui, come i manga. I testi sono, ovviamente, in giapponese, ma la ricchezza di immagini è tale che la può apprezzare anche chi non conosce quella lingua. Vista anche la totale mancanza di qualcosa di simile nel nostro Paese, resta un ghiotto boccone per chi apprezza il mondo delle immagini. In Italia puo essere acquistata presso fioridiciliegioadriana@gmail.com. 

DALLA RIVISTA/CATALOGO "IL LIBRAIO"


GROUPIES CON GLI OCCHI A MANDORLA

Non ha perso il suo smalto il libro "J-Rock Groupies" pubblicato, in lingua inglese, una decina di anni fa da D.H. Publishing. Le groupies sono ragazze che seguono le band, generalmente rock, lungo i loro spostamenti, talvolta anche con l’intenzione di fidanzarsi o semplicemente fare sesso con i componenti delle stesse. Il fenomeno nasce in America, ma trova terreno fertile anche in Giappone, dal gigantesco mercato discografico e dalle numerosissime band indie. Nella terra del Sol Levante, le groupies si arricchiscono di un elemento più difficilmente rintracciabile tra le colleghe a stelle e strisce: il gusto per fashion fai da te, dalle sfumature rock, gothic e chi più ne ha più ne metta. Una tendenza simile al cosplay, ma che vanta un’originalità maggiore, dato che le ragazze non copiano il look dai personaggi dei manga e dagli anime, ma devono costruirselo in proprio, con risultati talvolta ridicoli, altre volte stravaganti, altre ancora affascinanti. Il volume in questione raccoglie circa duecento foto a tutta pagina di “unique japanese girls”, con l’aggiunta di qualche scatto di band giapponesi (vestite e acconciate anche peggio delle loro groupies), andando a formare uno variopinto affresco di un mondo underground estremamente vitale, giovanile e kitsch. Gli abbinamenti di vestiario e accessori sono spesso azzardati (completi e infradito, vestitini rosa e scarpe da ginnastica, ecc.), le preferenze tendono al dark o, all’opposto, allo zuccheroso, certo è che il risultato non lascia mai indifferenti.