Il manga L’Immortale (creato nel 1993 da Hiroaki Samura), è incentrato sulla figura di Manji, un ronin (samurai senza padrone) immortale, tanto che nessuna arma pare in grado di ucciderlo. Questa caratteristica è dovuta alla presenza nel suo corpo del kessenchu, sorta di verme in grado di ripristinare in tempi rapidissimi i tessuti morti o danneggiati. Per espiare la colpa di avere ucciso cento innocenti eseguendo gli ordini del suo signore, Manji ha fatto voto di uccidere 1000 uomini malvagi in cambio della propria mortalità. Quando il millesimo malvagio sarà morto, il kessenchu sparirà.
Titolo di successo in Giappone (e in parte anche in Italia), nel 2016 la Kodansha ha cominciato a ristamparne i 30 volumi (grazie anche alla recente produzione di un film live action) in edizione lussuosa e con nuove, splendide copertine in bianco e nero di Samura.
In Italia l'edizione giapponese può essere acquistata da fioridiciliegioadriana@gmail.com.
Sotto le immagini pubblico una vecchia e breve intervista a Hiroaki Samura realizzata da me.
Che cosa legge Hiroaki Samura?
Quando ero studente mi piaceva Junichiro Tanizaki. Ora non ho un autore preferito. In confronto agli altri fumettisti non leggo molto.
Dalle copertine e dalle di illustrazioni su Afternoon ho notato che padroneggia bene l'uso del colore, e che ha una predilezione per le immagini che sfruttano un solo colore in molte tonalità. Anche nelle sue tavole in bianco e nero, tramite l'uso della matita e della mezza tinta, si legge il tentativo di superare il semplice bianco e nero. Ha mai pensato di disegnare una storia a colori?
Non so che impressione facciano ai lettori i miei disegni a colori, ma credo di dovere ancora imparare a usarli. Quando accetto di disegnare a colori, l'ansia di doverlo fare mi causa un forte stress e abbassa il livello del disegno. Per questo motivo non ho mai pensato di disegnare un mio fumetto a colori, e non accetterei se qualcuno me lo chiedesse.
Uso la matita e il pennino perché sono in grado di utilizzarli come voglio. Se nel disegno sembra che io cerchi di “superare” il bianco e nero, è solo perché è proprio col bianco e nero che riesco a esprimermi meglio.
Nel Giappone moderno sopravvive qualcosa delle antiche regole e del codice di comportamento dei samurai?
La “regola” più importante dei samurai era la “fedeltà”, che gli impiegati attuali hanno ereditato trasformandola in “amore per la società”. Questo “amore”, come spesso accadeva per la “fedeltà”, talvolta assume la forma della costrizione e ogni tanto viene anche tradito.
Il Giappone feudale è rappresentato con grande perizia nella sua opera. Non solo tramite le poesie, le citazioni di Hokusai, i combattimenti tra samurai, ma soprattutto nella cura dei dettagli, negli sfondi, nelle atmosfere. È un patrimonio culturale comune a tutti i giapponesi o si è documentato apposta per realizzare il fumetto? Inoltre, in un Giappone così tecnologicizzato, c'è ancora spazio per la tradizione?
Alla fine lo sviluppo tecnologico provoca ansia in ognuno di noi, per questo ci fermiamo per guardare indietro. In tutto il mondo riprendono vita le feste antiche e i giovani rivalutano le arti manuali. Allo stesso modo, nel mondo dell'intrattenimento, i film western non sono mai stati cancellati dai generi di Hollywood. Dall'apertura dei porti giapponesi nel 1869, per il Giappone (e altri paesi asiatici) il modo di vivere occidentale ha sempre avuto un grande fascino. In alcuni casi è stato così forte da scacciare la praticità della cultura tradizionale, ma non è mai stato bastanza forte da annientare tutta la cultura. Comunque, c'è una grande differenza tra vivere la tradizione e leggere storie di samurai. Inoltra l'epoca di Edo, così come le precedenti, sono delle scenografie affascinanti e, per i giovani d'oggi, talvolta più esotiche della cultura occidentale. In questo senso se un lettore ama le storie di samurai esprime semplicemente una preferenza per un genere, come potrebbero essere la fantascienza e la fantasy.
Che cosa legge Hiroaki Samura?
Quando ero studente mi piaceva Junichiro Tanizaki. Ora non ho un autore preferito. In confronto agli altri fumettisti non leggo molto.
Dalle copertine e dalle di illustrazioni su Afternoon ho notato che padroneggia bene l'uso del colore, e che ha una predilezione per le immagini che sfruttano un solo colore in molte tonalità. Anche nelle sue tavole in bianco e nero, tramite l'uso della matita e della mezza tinta, si legge il tentativo di superare il semplice bianco e nero. Ha mai pensato di disegnare una storia a colori?
Non so che impressione facciano ai lettori i miei disegni a colori, ma credo di dovere ancora imparare a usarli. Quando accetto di disegnare a colori, l'ansia di doverlo fare mi causa un forte stress e abbassa il livello del disegno. Per questo motivo non ho mai pensato di disegnare un mio fumetto a colori, e non accetterei se qualcuno me lo chiedesse.
Uso la matita e il pennino perché sono in grado di utilizzarli come voglio. Se nel disegno sembra che io cerchi di “superare” il bianco e nero, è solo perché è proprio col bianco e nero che riesco a esprimermi meglio.
Nel Giappone moderno sopravvive qualcosa delle antiche regole e del codice di comportamento dei samurai?
La “regola” più importante dei samurai era la “fedeltà”, che gli impiegati attuali hanno ereditato trasformandola in “amore per la società”. Questo “amore”, come spesso accadeva per la “fedeltà”, talvolta assume la forma della costrizione e ogni tanto viene anche tradito.
Il Giappone feudale è rappresentato con grande perizia nella sua opera. Non solo tramite le poesie, le citazioni di Hokusai, i combattimenti tra samurai, ma soprattutto nella cura dei dettagli, negli sfondi, nelle atmosfere. È un patrimonio culturale comune a tutti i giapponesi o si è documentato apposta per realizzare il fumetto? Inoltre, in un Giappone così tecnologicizzato, c'è ancora spazio per la tradizione?
Alla fine lo sviluppo tecnologico provoca ansia in ognuno di noi, per questo ci fermiamo per guardare indietro. In tutto il mondo riprendono vita le feste antiche e i giovani rivalutano le arti manuali. Allo stesso modo, nel mondo dell'intrattenimento, i film western non sono mai stati cancellati dai generi di Hollywood. Dall'apertura dei porti giapponesi nel 1869, per il Giappone (e altri paesi asiatici) il modo di vivere occidentale ha sempre avuto un grande fascino. In alcuni casi è stato così forte da scacciare la praticità della cultura tradizionale, ma non è mai stato bastanza forte da annientare tutta la cultura. Comunque, c'è una grande differenza tra vivere la tradizione e leggere storie di samurai. Inoltra l'epoca di Edo, così come le precedenti, sono delle scenografie affascinanti e, per i giovani d'oggi, talvolta più esotiche della cultura occidentale. In questo senso se un lettore ama le storie di samurai esprime semplicemente una preferenza per un genere, come potrebbero essere la fantascienza e la fantasy.
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