Oggi la parola manga (“fumetto” in giapponese) non è più sconosciuta come una ventina d’anni fa. Le produzioni disegnate del lontano Paese asiatico fanno infatti capolino, a decine, nelle edicole di tutta Italia. Tuttavia, che cosa sia realmente un manga, e quale sia la storia della sterminata e variegata produzione disegnata del Giappone, rimane oscuro ai più, persino a parecchi addetti ai lavori che si dedicano alla pubblicazione di titoli asiatici. Per questo motivo, quando un editore non solo sceglie un buon manga per il proprio catalogo, ma riesce a confezionarlo in modo pregevole e con un adeguato apparato informativo, merita di essere segnalato e incoraggiato su tale strada. Questo vale per il titolo “Tormenta Nera”, qualche tempo fa dato alle stampe dall’etichetta Bao Publishing, che sceglie di dargli un forte “sapore” nipponico. L’editore, infatti, decide di mantenere il senso di lettura originale (da destra verso sinistra) e i colori del sedicesimo iniziale, mentre nei successivi sedicesimi opta per tavole stampate a colori alternati (ovvero, invece che in bianco e nero in bianco e viola, bianco e verde e via dicendo). Una consuetudine, questa, tipica delle edizioni economiche giapponesi, che utilizzano tale espediente per risparmiare sui costi della vera colorazione. Bao, quindi, punta a ricreare delle sensazioni visive peculiari, caratteristiche della produzione nipponica, offrendo ai propri lettori non solo un fumetto da leggere, ma un’esperienza da vivere.
Passando al fumetto vero e proprio, “Tormenta Nera” viene pubblicato per la prima volta nel 1956, nel Giappone post bellico dove i libri (e i fumetti) sono ancora un bene costoso. Per questo motivo sono molto diffusi i kashihon’ya, i negozi che affittano libri, un vero e proprio circuito librario (ed editoriale) nel quale i volumi non vengono venduti ma affittati. In tal mondo gli editori non devono stampare troppe copie e i lettori possono spendere molto poco per usufruirne. In quel periodo ancora pionieristico, quando i fumetti puntavano soprattutto a un pubblico di bambini, Yoshihiro Tatsumi è stato uno dei capofila di un nuovo modo di intendere i manga, trasformandoli in vera e propria narrazione a fumetti, in romanzi grafici dal taglio adulto e realistico. Nonostante il suo tratto sia ancora acerbo, e in alcuni passaggi persino infantile, Tatsumi punta su una storia dai toni forti, su un thriller nel quale i destini di un piccolissimo gruppo di persone si intersecano e intrecciano in modo indistricabile, con conseguenze fortemente drammatiche. Il protagonista, Susumu Yamaji, è un pianista accusato di omicidio. Preso in custodia dalla polizia, viene trasportato in treno attraverso le montagne, ammanettato a un violento criminale. Quando il treno deraglia per una tempesta di neve, i due si ritrovano a scappare insieme. Comincia così tra i fuggiaschi un confronto che passa attraverso il dialogo, ma con la costante minaccia del compagno di viaggio di tagliargli una mano, unica soluzione per separarsi e agevolare la fuga. Il tema del taglio della mano, già terrificante di per sé, assume sfumature ancor più terribili per Susumu, che non potrebbe più fare il pianista se privatone (un paura comune all’autore? Dopotutto la mano è indispensabile anche per un fumettista). La tensione è sempre forte, accompagnata dal dramma interiore del protagonista che si interroga sulla possibilità di essere veramente un assassino. Non ricorda, infatti, quanto accaduto poiché era in preda all’alcol. L’autore trasporta tutto ciò sulla carta con un’impostazione delle tavole istintivamente cinematografica, con una scelta delle inquadrature a dir poco perfetta, caricandole di tensione nei momenti di dialogo e di movimento in quelle di azione. Lo aiutano in questo le abbondanti linee cinetiche (tipiche del fumetto giapponese), ma anche una pioggia costante, che con le sue linee diagonali accresce sia l’effetto drammatico che quello dinamico. Trasportato dal flusso degli eventi e delle coscienze, sorpreso dagli ottimi colpi di scena, l’occhio del lettore poco si accorge se i paesaggi sono appena abbozzati e se il giovane artista ha ancora parecchie carenze tecniche. Semplicemente, vuole conoscere il finale della storia, confermando in tal modo la bontà della narrazione e l’idea di base che il disegno sia solo uno dei tanti elementi che compongono un fumetto.
Per concludere, una nota anche sulla copertina, con un’immagine che si segnala per un tratto di matrice realistica e una colorazione sfumata ad acquerello completamente in antitesi con quanto si trova all’interno (tinte piatte e disegno stilizzato). Anche questa una scelta editoriale precisa, rispettosa dell’originale, che permette di vedere la medesima storia sotto una luce differente e di recuperare un altro pezzetto di storia dei manga.
Tormenta nera
Bao Publishing
pp. 136
euro 14,00
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