Hiroshi Hirata, artista nipponico che ha indissolubilmente legato il proprio nome ai manga di samurai. Nato a Tokyo il 9 febbraio 1937, Hiroshi Hirata si dedica ai manga a partire dal 1959 e subito si specializza in jidaimono, ovvero in storie di samurai dal taglio crudo e realistico. Tra le tante ricordiamo solo Bushido Zankoku Shikon Monogatari (“Racconti della crudeltà nel Bushido”) e Shikon (”Lo spirito del samurai”). In tutte le sue opere Hirata insiste molto su una visone epica, per quanto violenta e talvolta spaventosa, del samurai, tanto che lo scrittore Yukio Mishima, da sempre sostenitore delle tradizioni e della figura del samurai guerriero, dichiarò di essere un suo fan. In Giappone gli è appena stato dedicato un volume, "Transcendent Samurai" (acquistabile in Italia da fioridiciliegioadriana@gmail.com), che mostra le sue doti di disegnatori e svela qualche segreto sulle sue tecniche di lavoro.
È sufficiente visionare un paio di immagini di questo libro per trovarsi completamente immersi in un mondo antico e violento, dal fascino indiscutibile. I samurai sono spesso al centro dell'attenzione e dell'immagine, ed è la loro fierezza, che traspare dagli sguardi penetranti come dalle pose maestose, a colpire per prima il lettore.
Il tratto classico e accurato di Hirata li rappresenta in modo preciso nelle anatomie come nelle pose, prestando grande cura anche agli abiti e agli oggetti che sono un tutt'uno col loro essere guerrieri: i kimono, le armature, le spade. Il disegno ricco di particolari, il tratteggio fitto e sicuro riportano in vita samurai realmente esistiti (come Nobunaga Oda e Ryoma Sakamoto) così come guerrieri inventati, eppure altrettanto realistici in virtù di quei valori che sanno incarnare al meglio.
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